Quaggiù non sono mai stata a casa mia
e forse neanche lassù avrò nido.
Ho scalato tutte le vette della tristezza,
non trovando protezione sotto le ali della mia chioccia.
Ho fatto naufragio in un mare di silenzio,
intorno a me niente musica di sentimenti,
niente bellezza di passioni,
sempre altrove era l'amore.
Ho voglia di urlare ora
e non nascondermi per la vergogna
di essere un errore.
Il sole illumina e scalda
anche me nonostante
questa coperta nera che
vuoi buttarmi addosso.
Tra cielo e terra
la luna sopra di me
mi sorveglia e mi consiglia,
io, sola, ascolto i versi che mi suggerisce.
Versi che suonano chiari, forse ancora inesperti
ma che, delicatamente, si abbandonano al mio pensiero
ed esplodono in una luce azzurra
come i raggi della luna che li ha dettati.
Distante dai dolori,
distaccata dai desideri,
mi sento una signora,
anche se appaio meno di quello che sono,
e cerco di regnare sulle fasi della mia esistenza.
Per attraversare il mare
anche una barchetta di legno può bastare,
ma la vita è differente.
Attraversare la vita,
scegliere la pista giusta è fatica.
Tenere lontano la nera fortuna,
consacrare al suo altare
amore, ambizione, sogni, necessità
per svegliarsi solo quando c'è il sole.
Procedere a tentoni non si può,
programmare ogni cosa è noioso,
lasciarsi andare alle pazzie
del tempo presente è criminale,
non spostarsi di un passo
senza assicurazione è infido,
ottusamente scrupoloso.
Vivere e sfiorire come un fiore
per svelare il mistero.
Potrebbe accadere che il cieco veda,
potrebbe accadere che il muto parli.
Accadrà a me che il vento
porti voce del dio forte e bello?
Egli è il saggio dominatore della natura umana,
il portatore di fiaccole rilucenti di affetti.
Tormenta e lacera il cuore ma
non rifuggo di pagare questo pedaggio,
isola pedonale dove mi sento libera
di camminare al centro della strada;
cortocircuito dentro di me dopo che
ho illuminato troppo le stanze dell'anima.
Accadrà che mentre cerchi
la parola esatta per manifestarti a me,
l'espressione del mio viso sarà sfiorita,
la gola sarà secca e non potrò risponderti.
Lontano dai giochi infantili,
lontano dalle tenerezze dell'adolescenza
a volte tristi, perduti in sé stessi,
a volte eccitati come bambini
davanti ad una sorpresa,
è così che comincia la giovinezza,
con la certezza che l'attende l'estate.
Comincia così salutando coraggiosamente
la vita che è sicura di cambiare,
corre temeraria verso nuove scelte,
ama con slancio e furore,
desiderosa di colmare in fretta la sete.
E' pronta ad afferrare e a farsi sedurre
dalle più faticose dottrine
e generosa come una santa,
dona miele e panna alle vie oscure del destino.
Per lei è più vero il sogno incerto
che la serena realtà,
perché così deve essere la giovinezza,
spavalda, audace, guascona,
sempre pronta alla sfida.
La giovinezza non vuole morire,
non vuole dimenticare, vuole restare
accanto ai sentimenti d'amore,
accanto alle belle giornate di mare e di sole
in una perenne ebbrezza festiva
che abbiamo condiviso io e te.
Non conosco l'Amazzonia
e vorrei viverla.
Vorrei vivere il verde della foresta,
i suoi alberi giganti abbracciati alle liane,
che si tengono stretti stretti affinché
nessuna orma calpesti il suo cuore
dove è custodito un segreto.
Farfalle e pappagalli dai mille colori
giocano con i bambini indio dai lunghi capelli,
mentre il grande fiume, cantando la sua magia,
mi trasporta e mi perde sotto una pioggia perlata.
Ascoltando le gocce grondare dalle larghe foglie
non ho più bisogno di te.
Vorrei vivere il sole, l'azzurro
del mare che circonda le isole
dell'Oceania che non conosco.
Polinesia, isole coralline, montagne di fuoco
da dove partono i giovani uomini uccello
che invocano e raccolgono il favore del dio
dopo la danza propiziatrice.
Spiagge di sabbia fine e palme di cocco
che fanno corona a fanciulle dai seni nudi
che mi porgono ghirlande di fiori profumati
sussurrandomi con le piccole labbra
che l'amore è lontano.
Non conosco i Deserti e vorrei viverli.
Vorrei vivere il giallo e il rosso-arancio
della sabbia su cui facevano scorrerie i predoni,
mentre le voci delle belle velate dell' harem
gridavano il loro silenzio al vento Ghibli.
Sdraiata su cuscini di seta ricamati di perle e oro,
tra profumi speziati e sensuali, ascolto
Shahrazàd che mi racconta della favola
che ho vissuto e dell'amore che ho dimenticato.
Vorrei vivere i Ghiacciai che non conosco,
vorrei vivere il bianco della neve
che abbaglia e acceca e mi gela il respiro
mentre cerco di salvare il piccolo di foca
dal cacciatore feroce
che vuole vendere la sua pelle.
Mi salverò anch'io allontanando
la tua gelida immagine dal mio schermo.