mercoledì 29 agosto 2012

Potrebbe accadere

Potrebbe accadere che il cieco veda,
potrebbe accadere che il muto parli.
Accadrà a me che il vento
porti voce del dio forte e bello?
Egli è il saggio dominatore della natura umana,
il portatore di fiaccole  rilucenti di  affetti.
Tormenta e lacera il cuore ma
non rifuggo di pagare questo pedaggio,
isola pedonale dove mi sento libera
di camminare al centro della strada;
cortocircuito dentro di me dopo che
ho illuminato troppo le stanze dell'anima.
Accadrà che mentre cerchi
la parola esatta per manifestarti a me,
l'espressione del mio viso sarà sfiorita,
la gola sarà secca e non potrò risponderti.

                                          Autore: Ivana Tata @tutti i diritti riservati




giovedì 23 agosto 2012

Giovinezza

Lontano dai giochi infantili,
lontano dalle tenerezze dell'adolescenza
a volte tristi, perduti in sé stessi,
a volte eccitati come bambini
davanti ad una sorpresa,
è così che comincia la giovinezza,
con la certezza che l'attende l'estate.
Comincia così salutando coraggiosamente
la vita che è sicura di cambiare,
corre temeraria verso nuove scelte,
ama con slancio e furore,
desiderosa di colmare in fretta la sete.
E' pronta ad afferrare e a farsi sedurre
dalle più faticose dottrine
e generosa come una santa,
dona miele e panna alle vie oscure del destino.
Per lei è più vero il sogno incerto
che la serena realtà,
perché così deve essere la giovinezza,
spavalda, audace, guascona,
sempre pronta alla sfida.
La giovinezza non vuole morire,
non vuole dimenticare, vuole restare
accanto ai sentimenti d'amore,
accanto alle belle giornate di mare e di sole
in una perenne ebbrezza festiva
che abbiamo condiviso io e te.

                            Autore: Ivana Tata @tutti i diritti riservati





domenica 12 agosto 2012

Non conosco

Non conosco l'Amazzonia
e vorrei viverla.
Vorrei vivere il verde della foresta,
i suoi alberi giganti abbracciati alle liane,
 che si tengono stretti stretti affinché
 nessuna orma calpesti il suo cuore
dove è custodito un segreto.
Farfalle e pappagalli dai mille colori
giocano con i bambini indio dai lunghi capelli,
mentre il grande fiume, cantando la sua magia,
 mi trasporta e mi perde sotto una pioggia perlata.
Ascoltando le gocce grondare dalle larghe foglie
non ho più bisogno di te.

Vorrei vivere il sole, l'azzurro
del mare che circonda le isole
dell'Oceania che non conosco.
Polinesia, isole coralline, montagne di fuoco
da dove partono i giovani uomini uccello
che invocano e raccolgono il favore del dio
dopo la danza propiziatrice.
Spiagge  di sabbia fine e palme di cocco
che fanno corona  a fanciulle dai seni nudi
che mi porgono ghirlande di fiori profumati
sussurrandomi con le piccole labbra
che l'amore è lontano.

Non conosco i Deserti e vorrei viverli.
Vorrei vivere il giallo e il rosso-arancio
della sabbia su cui facevano scorrerie i predoni,
mentre le voci delle belle velate dell' harem
gridavano il loro silenzio al vento Ghibli.
Sdraiata su cuscini di seta ricamati di perle e oro,
tra profumi speziati e sensuali, ascolto
Shahrazàd che mi racconta della favola
che ho vissuto e dell'amore che ho dimenticato.

Vorrei vivere i Ghiacciai che non conosco,
vorrei vivere il bianco della neve
che abbaglia e acceca e mi gela il respiro
mentre cerco di salvare il piccolo di foca
dal cacciatore feroce
che vuole vendere la sua pelle.
Mi salverò anch'io allontanando
la tua gelida immagine dal mio schermo.

         Autore : Ivana Tata @tutti i diritti riservati


martedì 7 agosto 2012

Divorzio

Eccoci, siamo tornati alla fonte,
l'idillio è stato breve
e non privo di imprudenze,
la poesia che l'accompagnava
cantava menzogne, ma cantava,
illustrava la dolcezza di una disputa d'amore
dove uscivamo sconfitti ora l'una ora l'altro.
La fonte a cui torniamo versa acqua amara
perché non siamo contenti,
sento che ci mancheremo.
Dalla cima del monte
la discesa sembrava facile,
ma la salita è stata dura.
Tutto è mutato, senza che
siano state cambiate le vesti al futuro.
Prima facevamo sogni su di noi,
ora da sveglia ho compreso, ho chiarito
le risposte che volevi da me.
Queste risposte però sono come
i pesci del mare che non conoscono
i confini delle acque territoriali
e invadono i mari altrui
finendo nelle reti di pescatori stranieri.

      Autore: Ivana Tata